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SURVIVORS

SURVIVORS

SOPRAVVISSUTE

HIDDEN ANGELS

ANGELI NASCOSTI

 

Mostra fotografica di MAURO DE BETTIO

 

 

4 MARZO – 2 APRILE 2023

CHIESA DI SAN FRANCESCHETTO | LUCCA

VENERDÌ-SABATO-DOMENICA | ore 10-19

 

 

 

Immagini forti, intense, che arrivano direttamente alla mente e allo stomaco. Queste le sensazioni della mostra fotografica “Survivors – Hidden angels” che raccoglie una selezione di scatti di Mauro De Bettio. Un’esposizione organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca nella chiesa di San Franceschetto che rimarrà aperta venerdì, sabato e domenica dal 4 marzo al 2 aprile con orario 10-19.

 

LA MOSTRA

24 fotografie, mai esposte fino ad ora tutte insieme. Le protagoniste sono donne ferite e segnate, sia fisicamente che psicologicamente, ma che si presentano di fronte all’obiettivo spesso con un sorriso che ‘profuma’ di rivalsa, di profonda dignità.

Mauro De Bettio racconta due realtà di violenza devastanti. Survivors è il reportage dedicato alle donne del Bangladesh sfigurate dall’acido da uomini che spesso le hanno prima sposate da adolescenti se non da bambine, le hanno spesso sfruttate, violate, derubate e dunque ‘marchiate’ a vita come una proprietà ormai inutile. Sono le donne di cui si prende cura la ‘Acid Survivors Foundation’ (ASF), fornendo l’assistenza medica riabilitativa ed economica necessaria per aiutarle a ricostruire la propria vita. Mostrano i loro volti scavati dalla crudeltà, dalla violenza, con una serenità incredibile, in cui l’orrore per lo sfregio è surclassato, nella nostra percezione, dalla potenza disarmante dei loro sorrisi, che sanno di pace e di amore per la vita. Nonostante tutto.

Le stesse sensazioni la ricaviamo osservando i volti degli “Hidden angels” (Angeli nascosti) di De Bettio: qui si ritraggono scampoli rubati alla quotidianità all’interno della città-bordello di Daulatdia, che in Bangladesh – dove la prostituzione è legalizzata – rappresenta un epicentro del mercato di esseri umani e stupefacenti. Ragazze che vivono un presente difficile e intravedono un futuro incerto. Ma che non temono una macchina fotografica che al contempo ne svela fragilità e fierezza.

Il tutto raccontato con tatto. Il tatto che Mauro De Bettio usa in ogni suo scatto, in misurato equilibrio tra il dovere dell'informazione e la consapevolezza di dar vita ad immagini ‘dolorose’ tanto per le protagoniste quanto per gli spettatori.

 

IL FOTOGRAFO

Nato e cresciuto in un piccolo villaggio sulle Alpi venete, ora residente a Barcellona, Mauro De Bettio è un fotografo documentarista che dedica la propria vita a progetti riguardanti questioni sociali e diritti umani. Viaggia esplorando tradizioni e culture che stanno scomparendo, ma anche analizzando la contemporaneità.

Questa curiosità per culture e modi di vivere così diversi lo ha portato negli angoli più remoti del pianeta per catturare le emozioni di diversi individui e le loro storie uniche. Nel 2021 ha dato vita a Malaika, una fondazione nata per aiutare e nutrire i bambini senzatetto di Nairobi, in Kenia. Ha vinto numerosi premi tra cui l’American Photography Open 2022, il FIIPA Awards 2022, il ND Photographer of the Year 2021, l’AAP Magazine 2020, ol Portrait of Humanity 2020 e il National Geographic Award 2018 per l’Italia.

 

LE STORIE

Due delle tante storie raccontate dal fotografo.

 

SURVIVORS

Rehana viveva con la sua famiglia ed inseguiva il sogno di studiare medicina, quando le è stata rubata l’identità. Fino ad allora non aveva conosciuto il dolore; la sua unica ‘colpa’ è stata rifiutare le effusioni di un vicino.

“Era buio ed improvvisamente ho sentito una presenza accanto al letto. Non appena ho aperto gli occhi, mi stava gettando addosso un secchio di acido. In un istante mi sono sentita morire; la mia bellezza si stava sciogliendo e con essa il mio futuro. Quel giorno ho perso la mia infanzia e tutti i miei amici”.

Rehana ebbe per lungo tempo una forte crisi d’identità e soffrì di esaurimento nervoso a causa del volto sfigurato e dei lineamenti deformati. Si chiuse in se stessa e non poté più proseguire gli studi. Da quel momento ‘Acid Survivors Foundation’ (ASF) le fornì l’assistenza medica riabilitativa ed economica necessaria per aiutarla a ricostruire la propria vita. Rehana ha vinto ed è tornata a vivere risollevandosi da un incubo fatto di isolamento, in cui lo spazio per l’affetto, l’amore e la prospettiva di una vita normale erano scomparsi. Attualmente lavora per un’istituzione e due anni fa la sua famiglia ha organizzato un matrimonio per lei. Oggi è una donna felicemente sposata.

     

HIDDEN ANGELS

 

Rani è arrivata a Daulatdia quando aveva 15 anni e da allora non ha mai trovato una via d’uscita. “Fin da quando sono nata tutti mi hanno spiegato che il sesso sarebbe stata la cosa migliore che avrei avuto nella vita e che in questo posto molte persone mi avrebbero amata. Ero felice fino al giorno in cui mi hanno venduta a questa fabbrica. Niente di ciò che mi avevano promesso era vero. Gli uomini vengono qui, piaccio loro e sono contenti di quello che riesco a dare, ma alla fine se ne vanno sempre. Nessuno mi ha mai amato o portata via con se”.

La stanza di Rani è piccola ma accogliente. Sulle pareti sono appesi poster di attori famosi. E poi le foto di case con giardini, uno stagno, pappagalli e scintillanti automobili rosse parcheggiate nel cortile.

“È troppo tardi anche solo per sognare un posto così. La mia pelle odora già del metallo di queste pareti di lamiera. La mia vita è praticamente incasinata, ma non ho tempo da perdere a pensare alla tristezza.”