Dall'Imt alla scoperta del nostro passato. Si è conclusa nei giorni scorsi la sesta campagna di ricerche del Praedia Project, nel quadro di una convenzione tra il Parco Archeologico di Pompei, la Scuola Imt Alti Studi Lucca (attraverso il Centro lynx), il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa e l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, coordinata da Maria Luisa Catoni (della Scuola Imt Alti Studi Lucca) e Massimo Osanna (già direttore generale del Parco Archeologico di Pompei). Le indagini di quest'anno, concentrate nel Complesso dei Riti Magici sono state dirette da Luana Toniolo del Parco Archeologico di Pompei e coordinate sul campo da Anna Anguissola (dell'Università di Pisa) e da Riccardo Olivito (di Imt). La campagna aveva l'obiettivo di verificare la sequenza degli interventi edilizi che, a partire dall'edificazione dell'insula con abitazioni a schiera di età sannitica secolo avanti Cristo), hanno portato alla definizione planimetrica finale di questo particolarissimo edificio: non una casa, ma una struttura destinata nella sua ultima fase di vita a ospitare il culto di origine tracia del dio Sabazio. I risultati ottenuti, seppur preliminari, appaiono di grande interesse: è stato possibile riconoscere non una, ma diverse fasi costruttive delle case sannitiche e apprezzare la volontà degli abitanti di queste domus di ritualizzare un'operazione di disattivazione e successiva ristrutturazione edilizia. Gli scavi previsti nei prossimi anni e lo studio del materiale archeologico potranno far comprendere meglio l'articolazione interna delle residenze e determinare tipologia e funzione dei vani delimitati dai muri portati alla luce. La ricerca sul campo si è articolata in due saggi, posizionati nel giardino in prossimità del muro di cinta del complesso lungo Via di Nocera, che hanno fatto emergere anomalie regolari nel terreno riconducibili a probabili strutture murarie ancora interrate. Nel saggio a nord, in cui sono state riconosciute chiare tracce di scavi condotti in anni recenti, oltre all'identificazione dei lacerti murari sono emerse due strutture di servizio tra loro non contemporanee, ovvero una canaletta e una piccola cisterna di forma ellittica. Nel saggio a sud è stato riconosciuto un ampio scasso nel terreno che, sulla base di analoghi confronti pompeiani, fu praticato per attingere argilla pura da utilizzare nelle ristrutturazioni edilizie successive al terremoto del 62 dopo Cristo. La squadra completa degli archeologi impegnati sul campo è stata composta da Chiara Tarantino (Dipartimento di civiltà e forme del sapere dell'Università di Pisa) e Emanuele Taccola (Dipartimento di civiltà e forme del sapere dell'Università di Pisa, laboratorio LaDiRe). Assieme a loro c'erano i dottorandi della Scuola Imt Alti Studi Lucca (Nicole Crescenzi, Rodolfo Gagliardi e Silvio La Paglia), dell'Università di Pisa (Antonio Monticolo) e studenti magistrali dell'Università di Pisa (Chiara Balestrino, Jessica Bartelloni, Manuela Cascetta, Dominika Walentyna Kaszubska, Lisa Lazzaroni, Daniele Renna, Giulia Sportelli e Angelica Tortorella) . Sul web (all'indirizzo www.praediaproject.com) è possibile seguire il progetto e la campagna di scavo.