Tre anni di studi e ricerche nel più importante cantiere della città. Adesso, grazie ad una importante iniziativa del Comune di Lucca e della Soprintendenza ai Beni Archeologici per la Toscana, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, le eccezionali scoperte avvenute nel corso della campagna di scavi compiuta nell’area del Galli Tassi diventano finalmente patrimonio di conoscenza pubblica: domani (venerdì 15 maggio), infatti, a Villa Bottini, sono in programma un convegno di studi ed una mostra che, sotto il suggestivo titolo “Nella Terra, Nel Tempo”, intendono presentare i risultati delle ricerche archeologiche, aprendo un dibattito sul rapporto tra esigenze di conservazione e necessità di valorizzazione del patrimonio archeologico a Lucca. La mostra, in particolare, condurrà il visitatore all’interno del cantiere archeologico del Galli Tassi per rivelargli, attraverso reperti, gigantografie, proiezioni e video, le scoperte più importanti dello scavo, in un viaggio attraverso la storia della vita a Lucca tra il II secolo a.C. e il XVI secolo. La mostra è articolata in sei sezioni, comprendenti le mura romane del II secolo a.C., un edificio ed una strada romana precedente all’età imperiale, un quartiere artigianale e una necropoli infantile del VI-VII secolo dopo Cristo. Concludono il percorso il restauro delle mura urbane, un cimitero altomedievale, un gruzzolo di monete del X secolo e un’esposizione di reperti relativi al monastero di Santa Giustina. I primi, importanti rinvenimenti risalgono a due anni fa, ad opera delle archeologhe lucchesi Elisabetta Abela e Susanna Bianchini che, nel corso dei lavori realizzati dal Comune nel complesso del Galli Tassi, hanno ritrovato, dopo oltre 10 secoli di inutili ricerche, ciò che gli studiosi da sempre ipotizzavano, senza però averne le prove e, comunque, senza poterne accertare l’esatta ubicazione: l’esistenza, lungo il lato occidentale della città, del tratto mancante delle mura romane, di quella originaria cinta urbana eretta dai romani all’epoca della fondazione di Lucca, nel II secolo avanti Cristo. In effetti, la clamorosa scoperta, attesa da scienziati e appassionati di mezzo mondo, riguarda un tratto di mura risalente al IV secolo dopo Cristo, e quindi di epoca tardo-romana, ma che è sicuramente un rifacimento del muro originario del II secolo avanti Cristo. Una ricostruzione dovuta ai crolli causati dalle frequenti inondazioni di un ramo dell’Auser, l’antico Serchio, che a quel tempo passava proprio a ovest della città, dove oggi si trovano piazzale San Donato e piazzale Verdi. E anche di quelle inondazioni hanno trovato tracce le due archeologhe: ciottoli, limo e argilla, ancora presenti in tutta l’area di scavo. A ridosso del muro di cinta – che presenta uno spessore di circa 2 metri e mezzo – è stata ritrovata anche la “passeggiata” dell’epoca: una strada, coeva delle mura romane, che costeggiava la città. Di epoca successiva, invece, è l’altra importante scoperta delle due archeologhe lucchesi: un “tesoretto” di 33 rarissime monete d’argento risalenti al 970 circa (Regno di ottone I di Sassonia), di grandissimo valore numismatico. La mostra, che si inaugura alle ore 17, resterà aperta fino al 28 maggio con il seguente orario: dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Di grande interesse scientifico si annuncia anche il convegno in programma alle ore 10 a Villa Bottini. Dopo il saluto del sindaco Pietro Fazzi, interverranno Giulio Ciampoltrini della Soprintendenza Archeologica per la Toscana, le archeologhe Elisabetta Abela e Susanna Bianchini, Andrea Saccocci dell’Università di Udine, Gino Fornaciari dell’Università di Pisa e l’archeologa Gaia Citriniti. Chiuderà i lavori un a tavola rotonda.