Viaggio nel cervello alla ricerca di quegli elementi invisibili che possono causare la violenza improvvisa: anche di questo si è parlato durante il convegno Contesti penalistici e neuroscienze organizzato da Università di Pisa e scuola Imt Alti Studi Lucca all’Auditorium Cappella Guinigi, nel complesso di San Francesco.
Un grande successo per questo appuntamento in cui si è fatto il punto sui progressi nel campo delle neuroscienze, che ad oggi permettono di comprendere sempre più i processi alla base di determinati comportamenti in ambito criminale. Progressi in grado addirittura di cambiare l’approccio forense nei confronti dei cosiddetti reati d’impeto.
L’obiettivo degli studiosi e dei ricercatori è ora quello di capire se l’atteggiamento criminale ha cause fisiologiche e, quindi, conciliare il diritto con le più recenti scoperte sui meccanismi celebrali che scatenano la violenza. Quello che viene comunemente definito “perdere il lume della ragione” assume dunque contorni e caratteristiche sempre più definiti.
Scuola Imt Alti Studi Lucca ha inserito da quest’anno, con l’arrivo del nuovo direttore, Pietro Pietrini, le neuroscienze del comportamento sociale tra le materie di studio e approfondimento. In sala, insieme al responsabile del convegno Enrico Marzaduri e alle coordinatrici scientifiche Benedetta Galgani e Silvia Pellegrini, il direttore di Imt e presidente della Fondazione Tobino, Pietrini, e il direttore della Fondazione Tobino, Marco Natalizi. A moderare, Andrea Lavazza, studioso di neuroetica e scienze cognitive.
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