I Signori delle Rupi. Il paramento di Cima La Foce e il Bronzo Finale nell’Alta Valle del Serchio è il titolo del volume realizzato da Giulio Ciampoltrini, archeologo della Soprintendenza Toscana, e da Silvio Fioravanti e Paolo Notini, che sarà presentato venerdì 22 gennaio, alle 17, nella Cappella Guinigi.
Il volume illustra una singolare scoperta e un anno di attività archeologica a Lucca e nel territorio. Sul finire del marzo del 2014 la Garfagnana è stata scenario di un ritrovamento che si può dire senza esitazione ‘eccezionale’: la rupe di Cima La Foce, sul versante della Pania di Corfino, ha restituito un manufatto in bronzo che è un unicum nel panorama della metallurgia italiana degli anni intorno al 1000 a.C.
Nicola Salotti e Alessandro Bonini, in un’escursione sulla vetta, già nota per la frequentazione d’età medievale e del Bronzo Finale (circa 1000 a.C.), videro affiorare un oggetto in bronzo che recuperarono, stante l’urgenza di metterlo in sicurezza, e consegnarono immediatamente alla Soprintendenza. Dalla primavera del 2014 ha preso avvio un complesso procedimento di restauro e integrazione, dovuto a Stefano Sarri, condotto nel laboratorio del Centro di Restauro della Soprintendenza Archeologia della Toscana, che nel volgere di un anno ha restituito, anche nel luccicare del metallo, eccezionalmente conservato, un ‘paramento’ del Bronzo Finale.
Si tratta di un capo di abbigliamento femminile – queste almeno l’ipotesi più accreditata – conosciuto sino a questo momento solo da esemplari delle Alpi francesi e da un recente ritrovamento dal Cuneese, a Chiusa di Pesio. Rispetto a questi, il ‘paramento’ di Cima La Foce racconta una storia assai più complessa, con i successivi rimaneggiamenti e per la congiunzione di tre singoli oggetti in un unico, sontuoso capo, che poteva ornare non solo le spalle, ma l’intero torso della proprietaria.
Dato che il Bronzo Finale della Garfagnana, in particolare nella fase intorno al 1000 a.C., vede gli insediamenti concentrati su vette che dominano il territorio e gli itinerari che attraversano gli Appennini – la stessa Cima La Foce, la Capriola di Camporgiano, Castelvecchio di Piazza al Serchio – si è voluto attribuire a una ‘Signora delle Rupi’ il singolare manufatto di Cima La Foce. Contemporaneamente all’edizione nella sede ufficiale, prestigiosa, del ‘Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana’, si è voluto proporne la presentazione in un quaderno che raccoglie tutti i materiali sin qui resi disponibili da quasi quaranta anni di ricerche archeologiche sulla Garfagnana su questo periodo, all’alba della storia.
L’anno concluso è stato, come al solito, ricco anche di altre attività archeologiche a Lucca e nel territorio, dovute alle esigenze di tutela connesse alla realizzazione di opere pubbliche. L’occasione è quindi sembrata opportuna anche per dare notizia di ritrovamenti che gettano nuova luce su capitoli ancora sconosciuti della storia d’età romana e medievale della città e del suo territorio.
Elisabetta Abela riferirà dei risultati degli estesi saggi condotti nella ex Manifattura Tabacchi, che hanno rivelato non solo le vestigia dei primi impianti industriali, della fine dell’Ottocento, ma anche significative testimonianze del complesso conventuale di San Domenico e del palazzo di Paolo Guinigi, oltre ad una inedita reliquia dell’Augusta di Castruccio.
La realizzazione della nuova viabilità di accesso all’Ospedale San Luca, in un’imponente serie di attività diagnostiche, protrattesi per quasi un anno, ha infine arricchito di nuovi colori i paesaggi della campagna di Lucca in età romana, con l’evidenza di infrastrutture e di sepolcreti, di cui darà conto lo stesso Alessandro Giannoni, che le ha coordinate.
Nella foto: Giulio Ciampoltrini