Come raccontare un patrimonio artistico di oltre 150 opere? Non basta un libro, ce ne vogliono almeno due. E difatti la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca presenta il secondo volume che racconta dettagliatamente la propria raccolta d’arte martedì 6 giugno, ore 17.30, presso l’Auditorium del Complesso di San Micheletto.
Ma non solo. La nuova pubblicazione, edita da Maria Pacini Fazzi con la consulenza grafica di Marco Riccucci, diventa occasione di riflessioni su tematiche dell’arte locale e internazionale, facendo da cornice a un mini-convegno sul tema “La collezione, i mecenati e il territorio” che vedrà protagonisti, oltre al presidente Marcello Bertocchini, la curatrice dell’opera Paola Betti assieme a Riccardo Massagli, cui è affidato il compito di illustrare la pubblicazione e le particolarità della collezione.
A loro si aggiungeranno il direttore della Fondazione Ragghianti Paolo Bolpagni e il professore di Storia dell’Arte presso la Scuola IMT Alti Studi Emanuele Pellegrini, che animeranno una sorta di tavola rotonda sui temi del collezionismo, cercando di definire e delimitare il concetto di mecenatismo moderno.
Ma soprattutto ci sarà spazio per parlare di arte, di gusto, di tendenze che si alternano nei secoli, oltre che della particolare mission con cui la collezione della Fondazione è nata e si amplia continuamente: quello di raccogliere testimonianze di arte e di artisti legati al territorio per nascita, per adozione o per motivazioni professionali. In poche parole opere che raccontano un singolare percorso cronologico che va dalle splendide pale medievali alla Madonna del latte di Matteo Civitali, adesso ‘affiancata’ dai Santi léviti un tempo in San Frediano, per poi proseguire nelle grandi pagine del Seicento dominato da Paolini e del Settecento segnato dall’opera del Lombardi e di Batoni fino all’ampio corpus di Luigi De Servi.
Arte nei secoli dunque, tutta in una collezione, tutta in due volumi. Ma soprattutto un momento di confronto e divulgazione su temi generali e su una collezione che tra non molto diverrà sempre più fruibile, non appena saranno terminati i lavori di riqualificazione dell’ex Cinema Nazionale ed ex Dopolavoro della Manifattura, dove la Fondazione darà vita ad una casa della cultura e dell’arte aperta alla città, nel segno di un’idea di cultura diffusa, trasversale e veramente di tutti e per tutti.