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LA RINASCITA DI "CRITICA D'ARTE"

Mercoledì, 18 Dicembre, 2019
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Fedeltà alla tradizione, ma anche spinta all’innovazione: questi i capisaldi della nuova edizione di Critica D’Arte. Tanta l’emozione per una pubblicazione di grande valore, che dopo la chiusura dell’Uia (l’Università internazionale d’arte) rischiava di scomparire: pericolo scongiurato con l’acquisizione della rivista da parte della Fondazione Ragghianti, grazie al coraggio e alla responsabilità dei suoi presidenti Tori e Fontana.

Un gesto altamente significativo, sia da un punto di vista economico ma anche e soprattutto, morale: “Vogliamo che la rivista continui ad essere centrale nel mondo dell’arte, proprio come in passato- spiega il direttore Paolo Bolpagni -. Per questo l’abbiamo ampliata e modificata nel segno della contemporaneità”.

Molte infatti sono le novità introdotte. In particolare quelle di carattere metodologico, garanzia di una maggiore competitività nel mondo accademico: la formazione di un comitato editoriale, fautore di una selezione qualitativa dei contenuti, affiancato da un altro scientifico e dal noto sistema della doppia revisione, la double blind review. Ogni proposta sarà infatti vagliata da due esperti nel settore, cui rimarrà sconosciuta l’identità dell’autore: “Il sistema dell’anonimato garantisce la qualità, evitando che i nomi influiscano sul giudizio del prodotto – afferma il direttore della fondazione -. I criteri dell’attuale ricerca scientifica sono la garanzia di un risultato altamente qualificato, in linea con le richieste del mondo accademico” conclude motivando la sua scelta.

Tanti i cambiamenti anche a livello contenutistico. In particolare, una nuova struttura in sezioni: i saggi, le note -organizzate secondo un assoluto rigore scientifico-, e un’area biblioteca dedicata alla recensione di libri e cataloghi. Per concludere l’osservatorio, con testi dal carattere più libero di natura teorica o recensioni di mostre, in grado di stimolare un dibattito culturale anche fuori dal mondo accademico in senso stretto. Obiettivo della nuova rivista è proprio risvegliare una “positiva e proficua polemica -spiega Paolo Bolpagni- all’interno di un contesto culturale e artistico ultimamente molto statico”. Come testimonia anche Mattia Patti, professore di storia dell’arte contemporanea all’università di Pisa: “è molto triste constatare che anche nel mondo universitario il registro e il confronto su questi temi si è fortemente indebolito”.

Contro questa tendenza e in continuità con il suo fondatore Ragghianti, la nuova Critica d’Arte offre un ventaglio di contenuti che spazia molto oltre le cosiddette “arti maggiori”, e lungo una linea temporale che dalla preistoria arriva ai nostri giorni. Non sottovalutando inoltre nessuna forma d’arte, la rivista abbatte i limiti della settorialità: si occupa infatti di restauro, critica, arte figurativa in senso ampio ma anche di teatro, proponendosi di approdare all’arte più giovane e completa di tutte: il cinema.

Un ulteriore segno di continuità con il passato è la scelta dell’Angelo Ribelle, sulla copertina del primo numero. Il suo autore Osvaldo Licini fu infatti sostenuto da Ragghianti contro i pregiudizi e le ostilità di un ambiente accademico molto chiuso. L’apertura alle novità e la curiosità sono infatti la filosofia fondante la nuova rivista, che accoglie proposte anche da liberi studiosi e appassionati. Proprio come faceva Ludovico: il primo a dare credito e fiducia all’imprenditore Bassani, rivelatosi un’avanguardia mondiale dell’arte africana.

La nuova Critica d’Arte si fonda infatti su un’autentica call for papers: un sistema che intreccia il mondo chiuso della ricerca scientifica a un più ampio dibattito espositivo e culturale, rilanciando la critica d’arte anche fra i non addetti ai lavori. E soprattutto, incanalando l’attenzione pubblica su soggetti, mostre e attività artistiche spesso non pubblicizzati dalla stampa.

L’obiettivo è scavalcare i soliti “pacchetti commerciali” illuminati dai media, risvegliando un dibattito più specifico e profondo, come suggerisce il presidente della fondazione Alberto Fontana in apertura al primo numero: “la nostra è un’acquisizione di grande responsabilità e coraggio, perché mantenendo saldo il legame fra la rivista e il suo fondatore, allarga il raggio degli studi da lui avviati per attrarre e interessare un numero sempre più ampio di lettori e appassionati; sviluppando inoltre un momento di sana e pacata riflessione, scevra da condizionamenti e aperta a qualificati contributi esterni”.

Un significativo progetto di apertura e confronto col mondo, che nei nostri tempi di confusione e pregiudizi, sappia rivalutare le potenzialità della storia dell’arte: una disciplina capace di sviluppare un atteggiamento critico sull’uomo, la società e la politica. Anche per questo, fortemente svalutata dal sistema scolastico italiano.

La nuova edizione di Critica d’Arte esce annualmente in due doppi volumi, al costo di 35 euro l’uno. È disponibile su ordinazione in libreria, al costo di 70 euro (35 a volume). Per richiedere l’abbonamento o ulteriori informazioni, si invita a contattare la casa editrice Le Lettere o la Fondazione Ragghianti.