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LA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI LUCCA REGALA ALLA CITTÀ UN PREZIOSO DIPINTO DEL QUATTROCENTO E L’ENCYCLOPÉDIE

Venerdì, 22 Ottobre, 2004

Ha lo scopo “di raccogliere le conoscenze sparse sulla faccia della terra; di esporre un sistema generale agli uomini con cui viviamo e di trasmetterlo a quelli che verranno dopo di noi; perché il lavoro dei secoli passati non sia stato inutile per i secoli che verranno; che i nostri nipoti, diventando più istruiti, divengano nello stesso tempo più virtuosi e felici, e che noi non si debba morire senza così essere divenuti benemeriti del genere umano": a definire così l’Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des Sciences, des Art e des Metiers, par une société de lettres fu Denis Diderot, lo stesso autore, insieme con Jean D’Alembert Le Rond, dell’opera destinata a divenire non solo il manifesto della borghesia rivoluzionaria del settecento francese, testo “sacro” della conoscenza laica e dell’illuminismo, ma anche il più grande successo editoriale del XVIII secolo. A ricordare queste parole è stato il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Gian Carlo Giurlani, nel presentare due nuove importanti acquisizioni della Fondazione: l’esemplare della prima edizione della versione originale francese dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert, appunto, e un prezioso dipinto su tavola del Quattrocento del Maestro di San Davino. A parlare dell’Encyclopédie sono intervenuti il direttore dell’Archivio di Stato,Giorgio Tori, e il direttore della Biblioteca Statale, Marco Paoli. Proprio alla Biblioteca, infatti, la Fondazione ha deciso di affidare l’opera, “allo scopo – ha detto il presidente Giurlani - di accrescerne il patrimonio documentario e rendere più facilmente accessibile a un pubblico vasto, anche se certamente selezionato, una raccolta che non ha eguali”. Un’opera di cui oggi Lucca, che pure fu tra le prime città a pubblicarne una edizione in italiano già tra il 1758 e il 1771, grazie all’acquisto da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, può disporre di un esemplare della prima edizione della versione originale francese: 35 volumi il folio rilegati in pelle con fregi d’oro, oltre 23.000 pagine e 3.000 tavole. A presentare l’altra “acquisizione” della Fondazione - il dipinto del Quattrocento – è intervenuta Maria Teresa Filieri, direttore dei Musei Nazionali di Lucca. La tavola raffigura la “Madonna con il bambino fra i santi Stefano, Giovanni Battista, Lorenzo e Antonio Abate; Cristo benedicente” ed è attribuita al Maestro di San Davino, artista operoso nel primo quarto del XV secolo, che intreccia la sua vicenda artistica con quella lucchese e pisana e che deve il nome alla sua opera più importante: la cassa funeraria con il “rinvenimento del corpo di San Davino” per la Chiesa lucchese di S. Michele in Foro, oggi conservata nella collezione Acton di Firenze. L’incarico per un’opera così importante come la sepoltura di San Davino – ha sottolineato la dottoressa Filieri – attesta che l’artista era ben radicato in città e che aveva assunto un ruolo di rilievo nell’ambiente artistico locale. “La tavola acquisita dalla Fondazione – ha osservato il direttore dei Musei Nazionali di Lucca – ha fatto parte delle collezioni dell’Art Institute di Akron nell’Ohio, prima di comparire nel 1981 a una vendita Sotheby’s a New York. “In essa – ha proseguito Maria Teresa Filieri – sono assai evidenti i contatti con episodi fiorentini e, in particolare, i riferimenti ad Agnolo Gaddi. Inoltre, gli atteggiamenti dei protagonisti della scena, i raffinati colori e la punzonatura del fondo, così come la soluzione del Cristo ‘in mandorla’, rendono l’opera una delle più suggestive del maestro, particolarmente preziosa sia per il soddisfacente stato di conservazione, sia perché è l’unica opera dell’artista oggi presente in area lucchese”.