Da una coppa di “bucchero” (tipo di ceramica antica) del VI secolo a.C., rivenuta durante gli scavi archeologici in corso nel complesso conventuale di San Ponziano, arriva la definitiva conferma dell’origine etrusca della città di Lucca. La presenza etrusca nella piana lucchese, in particolare lungo il corso del fiume Auser (l’antico Serchio), è già ampiamente documentata (ricordiamo la Necropoli di San Concordio, l’insediamento di Romito di Pozzuolo e la Tomba di Rio Ralletta), ma è la prima volta che un reperto etrusco viene rivenuto nel cuore della città. L’importante scoperta è avvenuta durante gli scavi compiuti in occasione dei lavori di restauro e di adeguamento funzionale di San Ponziano, che diverrà sede dell’Istituto di Studi Avanzati IMT Lucca. Qui, poco più di un mese fa, è emersa l’antica chiesa di S. Bartolomeo in Silice, risalente all’VIII secolo d.C.: un ritrovamento eccezionale, trattandosi del primo edificio di età longobarda a Lucca di cui si possono conoscere l’estensione e la tecnica costruttiva. I lavori hanno messo in luce una spettacolare visione dell’abside semicircolare, molto ampia, costruita con una fondazione di quasi 2 metri, “cuore” di una chiesa a navata unica, lunga in tutto 15 metri e larga 7,5. Tra l’XI e il XII secolo la chiesa di san Bartolomeo fu ricostruita e, proprio scavando nell’edificio medioevale, è stato rinvenuto un reperto straordinario: una tomba contenente un tesoretto di monete d’argento e di bronzo e una chiave in ferro. Il piccolo tesoro, probabilmente contenuto in un sacchetto di cuoio di cui sono state trovate tracce nel terreno, era stato deposto sopra il costato del defunto. Le monete, attualmente in corso di restauro, sono databili XIII-XIV secolo. Ma gli scavi hanno reso possibile un’altra eccezionale scoperta: proprio sotto la chiesa longobarda, infatti, correva un tratto della via Cassia, la strada romana che collegava Lucca a Florentia: un tratto del selciato stradale, orientato est-ovest, è emerso nell’area della chiesa. Si tratta di una via glareata, cioè pavimentata in ciottoli e ghiaia misti a terra battuta, che ancora conserva i solchi lasciati dai carri. La strada usciva dalla città dalla Porta Orientale, scoperta un anno fa in due cantine private di Via S.Croce, e proseguiva poi lungo l’attuale via Romana. Recenti scavi ne hanno messo in luce nuovi tratti presso la rotonda del Frizzone a Capannori. Questo tratto della via Cassia rinvenuto sotto la chiesa di S. Bartolomeo in Silice fu poi trasformato in necropoli: sono state scoperte, infatti, 20 tombe databili dalla tarda età romana al VI secolo d.C.. Parte della necropoli era riservata a sepolture infantili. Direzione scientifica: dott.Giulio Ciampoltrini, archeologo funzionario della Soprintendenza ai beni Archeologici della Toscana. Archeologo incaricato: dott. Elisabetta Abela Assistente archeologo: dott. Serena Cenni Collaboratori: dott. Alessandro Giannoni, Sara Alberigi