Dopo la frazione collinare di Arsina a Lucca, quella montana di Antisciana, a Castelnuovo Garfagana. Qui la Fondazione Casa Lucca ha inaugurato il secondo 'blocco' di appartamenti a canone agevolato ristrutturati nell'ambito del più articolato progetto “Abitare collaborativo” che riguarda varie zone del territorio provinciale.
L'intervento di recupero. La Fondazione Casa ha ristrutturato, grazie ai fondi stanziati nel progetto “Abitare Collaborativo” un vecchio edificio in via dello Spirito adiacente alla chiesa parrocchiale nel centro della frazione di Antisciana. Un fabbricato antico, su due piani, che è stato diviso in due unità immobiliari ad uso abitativo, tra cui quella al pian terreno realizzata e adibita specificatamente per i portatori di handicap. Ogni appartamento può essere occupato da 3 o 4 2- 3 persone a seconda delle esigenze.
L'intervento oltre alla messa in sicurezza di un edificio fatiscente che minacciava il crollo su una delle pubbliche via della frazione, ha mantenuto i caratteri tipologici (piccola loggia all'ingresso del piano primo, e dei materiali (gronda e infissi in legno di castagno, ecc.) originari al fine di salvaguardare il contesto ambientale del centro storico. Il progetto è stato curato dall’arch. Pietro Luigi Biagioni, tecnico della Fondazione casa Lucca.
L'investimento per il recupero di questo edificio è stato di circa 200 mila euro, derivanti da fondi del progetto “Abitare collaborativo” che ha un plafond complessivo di oltre 2,2 milioni di euro, derivanti dal contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca (1,6 milioni di euro), dalla quota della Fondazione Casa Lucca (circa 370mila euro) e dal restante cofinanziamento dei soci della Fondazione per circa 237mila euro.
Abitare collaborativo. Il progetto, nel suo complesso, come già accaduto nel caso di Arsina a Lucca, punta a recuperare e a rivitalizzare piccoli borghi rurali e collinari; e ad offrire delle risposte concrete alle esigenze di bisogno abitativo sul territorio per una determinata fascia di popolazione in stato di disagio: la cosiddetta “fascia grigia”, popolata da lavoratori precari e famiglie in difficoltà che non riescono a restare nel mercato privato degli affitti né, tantomeno, ad acquistare un'abitazione, oppure che non sono compresi nel ristretto ambito dell'edilizia sociale
pubblica. Ma anche situazioni di marginalità più accentuata (persone senza dimora, ad esempio) e condizioni di fragilità o a rischio povertà (anziani, padri separati, ecc.), oppure persone che hanno concluso i percorsi di recupero o che si trovano in strutture socio-sanitarie (donne vittime di tratta e di violenze) che spesso si trovano senza un’abitazione da cui ripartire.
Sono previsti interventi di ristrutturazione delle abitazioni improntanti al risparmio energetico, al minor impatto ambientale riducendo i consumi e all'impiego di materiali costruttivi tradizionali e ai fondamenti di bioarchitettura e bioedilizia. La Fondazione Casa è impegnata, quindi, nel recupero di edifici di proprietà pubblica (di enti o di scuole) e privata (enti religiosi) situati in periferie urbane o in aree collinari limitrofe ai centri urbani.
I soggetti coinvolti nel progetto “Abitare Collaborativo” sono: in primis la Fondazione Casa Lucca che è soggetto promotore insieme con la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca; poi i partners che sono gli altri enti pubblici soci della Fondazione Casa (Comuni, Provincia, Arcidiocesi di Lucca, Inbar, associazioni di categoria, realtà del terzo settore e del privato sociale.