La pandemia, in tutto il mondo, ha messo alla prova molte attività, ma, anche in tempo di Covid-19, la Fondazione Ragghianti c’è e c’è stata sempre, non facendo mai mancare la propria voce e il suo apporto a beneficio della comunità.
Nonostante le limitazioni imposte dalle normative, il lavoro non si è mai arrestato, ma anzi è continuato incessante, per esempio con una produzione editoriale di straordinaria intensità, che ha segnato un primato assoluto nella storia dell’istituzione. Risale a poco più di un anno fa la pubblicazione degli atti del convegno “Carlo Ludovico Ragghianti e l’arte in Italia tra le due guerre. Nuove ricerche intorno e a partire dalla mostra del 1967 «Arte moderna in Italia 1915-1935»”, curata da Paolo Bolpagni e Mattia Patti, con i testi di ben diciotto studiosi: un libro specialistico, ma che ha riscosso recensioni e anche un insperato successo di vendite.
È poi stata la volta – nella tarda primavera dell’anno scorso – del numero 25 della rivista «Luk» (140 pagine, con i saggi di Marilena Pasquali, Paolo Bolpagni, Leda Fletcher, Emanuele Arciuli, Francesca Pola, Paola Betti, Isabella Pileio, Riccardo Mazzoni, Massimo Maiorino e Federica Boràgina) e del fascicolo 3-4 della nuova serie di «Critica d’Arte», la storica testata fondata da Carlo Ludovico Ragghianti nel 1935 e acquistata dalla Fondazione nel 2018, rilanciata in coedizione con Le Lettere. Anche in questo caso, molti contributi di studiosi di vaglia, da Marco Collareta a Chiara Savettieri, da Lorella Giudici a Francesco Gurrieri.
All’inizio dell’autunno è uscito il libro “Jackson Pollock. Dripping Dance”, scritto da Federica Chezzi e Angela Partenza, con le illustrazioni di Daniela Goffredo: è il primo volume della collana “ALT! Arte Libera Tutti”, realizzata dalla Fondazione Ragghianti insieme con Maria Pacini Fazzi editore, pensata per avvicinare i giovani lettori a grandi esponenti della pittura del Novecento. Il successo è stato al di là di ogni aspettativa, con decine e decine di recensioni sui media nazionali e una forte attenzione da parte degli addetti ai lavori, oltre che dei ragazzi e delle famiglie.
All’inizio di ottobre è stata inaugurata la doppia mostra “L’avventura dell’arte nuova | anni 60-80”, che, a causa dell’epidemia, ha subìto chiusure e riaperture, potendo essere visitata dal 3 ottobre al 4 novembre e poi dal 19 gennaio al 12 febbraio. Per l’occasione sono usciti due cataloghi monografici dedicati ai protagonisti della rassegna: uno su Cioni Carpi, in italiano e in inglese, curato da Angela Madesani; e uno su Gianni Melotti, di Paolo Emilio Antognoli, sempre per le Edizioni Fondazione Ragghianti.
Al termine del 2020 sono apparsi ancora, in rapida successione, il numero 5-6 della rivista «Critica d’Arte», il libro di Lisa Carotti “Del disegno e dell’architettura. Analisi delle mostre di Wright, Le Corbusier e Aalto a Palazzo Strozzi” (258 pagine) e quello di Lorenzo Mingardi “Contro l’analfabetismo architettonico. Carlo Ludovico Ragghianti nel dibattito culturale degli anni Cinquanta” (216 pagine), secondo volume della collana dei “Quaderni” destinati a pubblicare i risultati delle migliori ricerche realizzate dagli ex borsisti post-dottorali della Fondazione.
Ampia risonanza sta riscuotendo tuttora il libro di Lisa Carotti, che indaga il legame tra il disegno e l’architettura nel pensiero critico di Ragghianti, concentrando l’analisi sull’allestimento e le tavole esposte nelle mostre da lui organizzate a Firenze a Palazzo Strozzi dal 1951 al 1966, dedicate a Frank Lloyd Wright, a Le Corbusier e ad Alvar Aalto. Il volume di Lorenzo Mingardi racconta invece l’attività dello studioso lucchese nell’àmbito del dibattito italiano sulle scelte urbanistiche degli anni Cinquanta, in cui emerge con forza una partecipazione non soltanto intellettuale, ma anche civile e politica.
Nei primi mesi del 2021, in attesa delle future imprese editoriali, è uscito il nuovo numero di «Luk», che è molto ricco (164 pagine), con l’editoriale del direttore Bolpagni e i saggi di Paolo Emilio Antognoli, Lucia Mannini, Anna Mazzanti, Patrizia Giusti Maccari, Marta Rossetti, Michela Giuntoli, Mario Finazzi, Antonella Camarda, Elisabetta Trincherini e Francesca Gallo, suddivisi nelle sezioni “Inventario”, “Studi ragghiantiani”, “Studi lucchesi” e “Varia”.
È proseguito anche il lavoro sulla fototeca – una cospicua parte dei cui materiali è stata messa online in una sezione del sito della Fondazione – e sugli archivi, con il completamento dell’inventariazione di tutti i documenti riferiti a Carlo Ludovico Ragghianti, a Licia Collobi, a Lorenzo Guerrini, a Isa Belli Barsali e a Ida Cardellini. Inoltre, grazie alla vittoria del bando della Regione “Toscanaincontemporanea 2020”, è stato digitalizzato l’intero patrimonio audiovisivo della Fondazione, che è già disponibile per la consultazione e sarà presto caricato su YouTube.
La congiuntura induce poi a ragionare sul cammino compiuto negli ultimi cinque anni, che hanno visto quasi raddoppiare l’attività, a fronte di un’invariata entità delle erogazioni da parte degli enti finanziatori: ponendo a confronto il quinquennio 2011-2015 e il successivo 2016-2020, si è passati da sei mostre a dodici (senza contare quelle ospitate nel Mezzanino), da diciassette pubblicazioni a ventisette. Risultati concreti, e non soltanto quantitativi. L’atteggiamento della Fondazione è anti-ideologico, pragmatico, senza steccati né settorialismi o settarismi: non si vuole mantenere l’esclusiva degli studi su Carlo Ludovico Ragghianti e Licia Collobi, ma anzi favorire la più ampia diffusione delle ricerche su di loro, mettendo a disposizione di tutti i preziosi documenti conservati negli archivi e, come ovvio, portando avanti direttamente, in questo senso, un’attività qualificata, affidata a esperti di vaglia, con speciale attenzione nel valorizzare il lavoro dei giovani. Il prossimo avvio, nel quarantennale della Fondazione, dell’edizione critica dei carteggi di Carlo Ludovico Ragghianti segnerà una tappa importante e foriera di scoperte e nuovi spunti d’indagine. Il primo volume, affidato alla curatela dello storico Tiziano Torresi, indiscusso esperto della politica italiana del Novecento, sarà dedicato al fitto epistolario intercorso dal 1951 al 1987 tra Amintore Fanfani e Ragghianti, esponenti rappresentativi, rispettivamente, del mondo del cattolicesimo democratico e del pensiero laico e azionista.
Recentemente, un’attestazione ai massimi livelli della qualità e dell’intensità del lavoro svolto è arrivata dal Ministero della Cultura, che, per la prima volta, sulla base di oggettivi indicatori e di criteri di valutazione scientifica, ha inserito la Fondazione Ragghianti nella propria tabella triennale, beneficiandola, insieme con altre due istituzioni lucchesi, di un contributo – il più alto in assoluto tra gli enti cittadini e uno dei maggiormente elevati in Toscana – per gli anni 2021, 2022 e 2023. Anche a livello ministeriale, quindi, è giunto il riconoscimento di un primato incentrato su dati di fatto irrefutabili, che pongono la Fondazione Ragghianti all’avanguardia in Italia, tra le più attive e stimate.
Nel frattempo è partito il nuovo bando per giovani ricercatori, mentre sta per concludersi il lavoro degli attuali borsisti, Manuel Barrese e Alberto Cibin, i cui risultati saranno pubblicati nel 2022. Entro la fine di quest’anno usciranno invece la monografia di Francesco De Carolis, sul sodalizio culturale tra Carlo Ludovico Ragghianti e l’editore Neri Pozza, e quella di Laura Violi sul contributo dello storico dell’arte lucchese agli studi sulla miniatura in Italia. Proseguirà anche la collana “ALT! Arte Libera Tutti”, con il nuovo libro di Federica Chezzi e Angela Partenza, dedicato ad Amedeo Modigliani, raccontato ai ragazzi con un linguaggio semplice e accattivante e con illustrazioni originali.
Come anticipato, nel 2021 cade il quarantesimo anniversario della nascita del Centro Studi Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, che fu inaugurato nel settembre del 1981, trasformandosi tre anni dopo in Fondazione. Si è riflettuto a lungo su come dare un significato profondo a questa ricorrenza, evitando atteggiamenti celebrativi o, peggio, commemorativi. Anche alla luce di quanto avvenuto con la pandemia, la scelta è stata di tornare alle radici della nostra civiltà, del modo che l’uomo ha elaborato per il proprio vivere in comune: la città. E di farlo attingendo in maniera speciale allo strumento privilegiato di trasmissione della conoscenza: il libro. La collezione di Italo Rota, un grande architetto di oggi, si è rivelata una miniera cui attingere per creare percorsi di senso che partono alle radici della contemporaneità, ossia negli anni iniziali del XX secolo. Ne è nato un progetto multidisciplinare, caleidoscopico, scaturito dall’incontro e dal dialogo tra competenze differenti, che unisce svariati saperi e consente esplorazioni affascinanti e scoperte: una sorta di archivio dell’immaginario visivo legato alla dimensione urbana, unificato dalla prospettiva estetica. Il titolo di questa ambiziosa mostra, che esporrà oltre seicento pezzi, è “Pianeta città”. Si svolgerà alla Fondazione Ragghianti dal 9 luglio al 24 ottobre. L’obiettivo è di mettere al centro i grandi fenomeni e movimenti culturali del secolo scorso, per arrivare fino all’oggi, presentando libri, opere d’arte, manifesti, copertine di dischi, documenti, riviste, fumetti, spezzoni cinematografici. Tutto ciò seguendo un itinerario che va dalla nascita della città contemporanea all’inizio del Novecento fino alla nuova idea di città che si sta profilando, e sempre ponendo in relazione la cultura di tutti i giorni con le ricerche più avanzate.
nella foto: il direttore Paolo Bolpagni e il presidente Alberto Fontana