Napoleone L’uomo che dette il nome ad un’epoca è il titolo dell’esposizione che è stata inaugurata nei locali del Museo della Antica Zecca di Lucca, al piano superiore della Casermetta San Donato.
Si tratta di un evento promosso dalla Fondazione Zecca di Lucca e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e curato dalla Professoressa Franca Maria Vanni che già lo scorso anno si era occupata dell’allestimento della fortunata mostra “La Memoria del Bello”, dedicata a impronte, matrici, gemme incise, placchette e medaglie provenienti da una manifattura lucchese dell’800 e tuttora visitabile nella sede museale della zecca e presso il “Museino” retrostante la Chiesa di San Francesco.
“Questa nuova esposizione – afferma con soddisfazione Alessandro Colombini, Presidente della Fondazione Antica Zecca di Lucca – è una “mostra nella mostra” che è stata concepita proprio per celebrare il bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte in una delle città italiane che meglio conservano le tracce del suo glorioso impero. D’altra parte nell’enorme lavoro di catalogazione e studio della raccolta di impronte della antica manifattura di gessi della famiglia Barsanti a Terzoni, paesino della Media Valle del Serchio dove si trovava la sede “nascosta” di questa attività, sono stati veramente tantissimi i calchi di medaglie napoleoniche che abbiamo potuto ritrovare.”
Una mostra frutto di un accurato studio: “Attraverso queste impronte – aggiunge infatti la professoressa Vanni – che abbiamo abbinato alle medaglie originali grazie alla concessione della famiglia Bartolomei, erede dei Barsanti, è possibile ripercorrere le tappe salienti della vita e delle campagne militari di Napoleone. Egli infatti ne fece coniare un grandissimo numero di esemplari per celebrare i successi militari, far conoscere il suo entourage politico e familiare, rendere note le riforme amministrative e sociali effettuate e, più in generale, per imprimere nella memoria gli episodi più significativi del suo regno.”
Durante l’Impero gli esemplari prodotti dalla Zecca di Parigi circolavano infatti in tutta Europa annunciando un evento, rendendo popolare un volto, valorizzando le riforme che questi realizzò come capo di stato e soprattutto condividendo con il popolo le vittorie dell’armata francese. “Formidabile mezzo di comunicazione metallico – prosegue la Vanni – la medaglia venne messa al servizio dello Stato perché, rispetto ad altri strumenti di diffusione, aveva il grande vantaggio della durata nel tempo. Qual era il vero aspetto di Napoleone? Quali riforme, alcune delle quali applicate anche in Italia, effettuò come capo di Stato?”
A queste e a molte altre domande il visitatore potrà trovare una risposta nelle vetrine della mostra, allestite per l’occasione con particolari ambientazioni, legate agli eventi di cui, le medaglie, ci raccontano.