Il Puccini Museum diventa il secondo al mondo per numero di autografi del Maestro. E questo grazie all'acquisizione – costata 180mila euro alla Fondazione Puccini di Lucca – del Fondo Marsili, appartenuto fino a pochi giorni fa a Marina e Carlo Marsili, bisnipoti di Nitteti Puccini, una delle sorelle di Giacomo. Un traguardo importante: il museo lucchese, infatti, diventa secondo al mondo per numero di documenti autografi del Maestro, di pochissimo inferiore alla Biblioteca Passerini Landi di Piacenza, dove è custodito, tra l'altro, il Fondo Luigi Illica, il famoso librettista di Bohème, Tosca e Madama Butterfly. Seicento pezzi, di cui 348 autografi, tra lettere, fotografie, dediche e cartoline, che raccontano la storia di Puccini in famiglia. Dalla partecipazione di nozze disegnata da Plinio Nomellini, alla lettera dove rivela di non avere soldi e di vivere a stecchetto, fino alle polizze al Monte dei Pegni e alla corrispondenza con il nipote Carlo. C'è tutto un mondo in questi documenti, che rivelano un Puccini inedito e segreto. «Tutto il materiale – spiega Gabriella Biagi Ravenni, direttrice del museo – era finora sconosciuto, anche agli studiosi: nessuna delle lettere è stata pubblicata né segnalata. Si tratta di carte importantissime che, provenendo da un fondo familiare, consentono di ricostruire molte vicende personali e lavorative». I seicento documenti coprono un arco temporale molto vasto: dal 1870 fino agli anni Quaranta del Novecento. I più vecchi sono lettere di Albina, la madre di Giacomo e Nitteti, mentre i più recenti sono relativi alle carte di Carlo Marsili, scomparso nel 1946, figlio di Nitteti e nonno di Marina e Carlo, dai quali la Fondazione Puccini ha acquisito tutto il materiale. Puccini mantenne sempre rapporti molto stretti con la sorella, rimasta vedova assai presto con due figli a carico (oltre a Carlo, anche Alba) e la aiutò economicamente per molti anni. Al nipote Carlo, Puccini fu legato, oltre che da vincoli d’affetto familiare, anche da rapporti di lavoro, sia artistici (Carlo Marsili, che era anche poeta, librettista, drammaturgo, scrisse per lo zio il testo di Sogno d’or, collaborò alla prima stesura del libretto del Tabarro) che finanziari (lavorava in banca e sbrigava per lo zio operazioni ordinarie e straordinarie). Carlo Marsili godeva dell’assoluta fiducia dello zio, che si confidava con lui anche nei momenti difficili.
Questo fondo, dunque, spalanca una finestra sulla vita familiare di Giacomo e consente di ricostruire molte vicende personali finora sconosciute o poco chiare. Ma non solo. Consente anche di ripercorrere da un nuovo punto di vista le tappe della produzione artistica del compositore: le prime assolute delle opere e le loro riprese in giro per il mondo, con notizie di prima mano sugli allestimenti e sui loro esiti, ma anche i progetti di opere mai composte e gli stati di avanzamento di quelle già andate in scena.