E’ apparsa come d’incanto, sotto un sottile strato di calce sulla parete absidale, durante i lavori di restauro nella Pieve di S. Piero in Campo, a Montecarlo: è la Madonna col Bambino Gesù e, ai lati, i santi Rocco e Sebastiano. Una immagine più volte rappresentata nelle chiese della Lucchesìa e della Valdinievole, ma che nessuno si aspettava di ritrovare qui, nella millenaria pieve romanica che la parrocchia di Montecarlo e la Curia di Pescia, grazie ai contributi messi a disposizione dalla Regione Toscana e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, stanno oggi riportando alla sua originaria bellezza. Proprio durante i lavori di restauro, infatti, è riaffiorato l’affresco che in origine – come spiega Maria Teresa Filieri, direttore dei Musei Nazionali di Lucca e responsabile della Soprintendenza per i beni artistici per Lucca e la Piana - si estendeva per tutta la superficie dell’abside. Un frammento, dunque, ma pur sempre un’opera di grandissimo valore storico e artistico, databile orientativamente tra Quattro e Cinquecento, sul quale sono attualmente in corso approfondite ricerche proprio sotto la direzione della dottoressa Filieri. Iniziati nel 2003 su progetto dell’architetto Marco Fantozzi (collaboratore il geometra Giorgio Pieraccini), i lavori alla chiesa di S. Piero in Campo saranno completati entro la fine dell’anno per una spesa complessiva di 636 mila euro, cofinanziata per 255 mila euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e per 381 mila euro dalla Regione Toscana, nell’ambito del Programma pluriennale degli interventi strategici nel settore dei Beni culturali. Un progetto improntato al criterio del restauro conservativo per il recupero e la corretta conservazione del monumento. In particolare, le opere hanno riguardato il rifacimento completo del pavimento, il trattamento e il consolidamento dei paramenti in pietra, sia esterni che interni, delle colonne, del pilastro e dei capitelli, la pulizia e la stuccatura della torre campanaria, nonché il consolidamento in muratura della cella campanaria. Eretta nella seconda metà del XII secolo, la pieve è passata definitivamente alla parrocchia di S. Piero in Campo solo nel 1978, dopo secolari dispute sulla proprietà. Anni fa, durante un primo scavo, vennero alla luce le fondamenta di una chiesa altomedievale (VIII secolo). Più recentemente, nel corso dei lavori attuali, nell’area antistante il presbiterio, sono state messe in luce due absidi: una maggiore larga 8 metri, coincide con la navata nord e con oltre la metà di quella centrale; l’altra, larga 6 metri, occupa lo spazio residuo della navata centrale e quello della navata sud. All’edificio originario appartengono probabilmente anche i due capitelli in calcare bianco oggi riutilizzati nella facciata della chiesa.