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TORNANO LE CONVERSAZIONI SUI SEGNI DI NAPOLEONE E ELISA A LUCCA

Mercoledì, 3 Agosto, 2011

Napoleone ed Elisa: non finiscono di stupire gli intrecci ed i particolari della vita dei due sovrani, l’Imperatore e la Principessa, che tanto hanno inciso sulla vita del nostro territorio e sui nostri, moderni, modi di vivere. Ad agosto, al fresco del chiostro di San Micheletto ad ingresso gratuito a partire dalle 21,30, nelle sere di lunedì 22, martedì 23 e mercoledì 24, si terrà la quinta edizione delle conversazioni sui segni della presenza di Napoleone ed Elisa a Lucca, per raccontare in modo semplice e diretto le ultime scoperte emerse dagli studi condotti dalla dottoressa Roberta Martinelli in ambito napoleonico, grazie anche al gruppo internazionale di studio da lei coordinato.
“A cavallo dell’Impero” è il titolo del primo incontro, condotto da Velia Gini Bartoli e Simonetta Giurlani Pardini. Nel secondo appuntamento, “Napoleone nello specchio della caricatura”, Peter Hicks (della Fondation Napoléon di Parigi), parlerà della satira inglese antinapoleonica e della figura dell’Imperatore, che ancora oggi accende tanti animi, destando odi od ammirate passioni; Monica Guarraccino presenterà la terza conversazione su “Giochi d’estate alla corte di Elisa”, con la partecipazione dell’attore Stefano Filippi.
Il progetto “Da Parigi alla Toscana: il gusto del vivere al tempo di Napoleone e Elisa”, all’interno del quale si inseriscono le conversazioni, è promosso dalla Direzione Regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Toscana nella persona del Direttore, Dottoressa Maddalena Ragni, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, è iniziato nel 2007 e prevede momenti di approfondimento sulle vite dei sovrani con incontri pensati per catturare l’attenzione del pubblico, anche attraverso spigolature, curiosità e tanti piccoli racconti inediti.
Durante le tre serate saranno offerti agli ospiti piccoli assaggi.
Gli appuntamenti in dettaglio
Lunedì 22 agosto: “A cavallo dell’Impero” (Velia Gini Bartoli e Simonetta Giurlani Pardini,). Scopriremo un Napoleone cavaliere, poco provetto ma grande esperto di cavalli e inventore di nuove strategie militari basate sulla selezione e l’allevamento di nuove razze. Non solo battaglie: tutto è investito dal turbine “napoleonico” del cambiamento. I cavalli, oltre ad essere utilizzati nei combattimenti, devono trainare mezzi diversi: dalle carrozze postali a quelle da diporto, dalle piccole carrozze da bambini che furoreggiavano alle Tuileries ai primi omnibus per il trasporto pubblico. È a partire da questo momento che si allevano nuove razze, si sviluppano nuove tecniche di addestramento, e la moda si adegua inventando abiti, guanti, cappelli ed accessori per due attività molto à la page: la caccia ed il viaggio. Protagoniste le signore, che non possono non possedere i nuovi necessaires, le borse e le piccole comodità del quotidiano dalle quali non sarà più possibile separarsi, grazie all’abilità con la quale i migliori artigiani le hanno rese trasportabili. Per non essere da meno dell’Imperatore, che per le campagne militari in giro per l’Europa si era fatto fare letti, librerie, tavoli, sedie, e persino una cucina trasportabili.
Martedì 23 agosto: “Napoleone nello specchio della caricatura” (Peter Hicks). Il modo in cui, ancora oggi, guardiamo alla figura di Napoleone, trova origine anche nelle caricature inglesi che ebbero una grandissima influenza e diffusione tra Settecento ed Ottocento. Nelle isole britanniche, sino dall’inizio del Settecento, la caricatura aveva un ruolo importante nel mondo politico: si potevano influenzare i risultati di elezioni, spodestare ministri, imbarazzare membri della famiglia reale e galvanizzare l’opinione pubblica. Ed i politici britannici lo sapevano fin troppo bene. Non meraviglia quindi il fatto che nelle mani dell’illustratore e genio della satira James Gillray (1756–1815) l’immagine satirica politica sia diventata un’arma letale, anche al di fuori dei confini della Gran Bretagna. Napoleone stesso si rendeva ben conto della sua efficacia, tanto da mettere al bando le vignette inglesi durante il Consolato e l’Impero. Esse però prendevano altre strade, attraverso i fronti europei avversi, monarchici e repubblicani, andando così a costituire un fronte di opposizione all’onnipotente imperatore francese. Questa conversazione propone un caleidoscopio di caricature napoleoniche, dalla lettura talvolta complessa, e rivela la loro importanza nella costruzione di uno dei personaggi storici più rilevanti al mondo. Mercoledì 24 agosto: “Giochi d’estate alla corte di Elisa” (Monica Guarraccino, con la partecipazione dell’attore Stefano Filippi). Per capire l’enorme diffusione del gioco nelle corti all’inizio dell’Ottocento basta tener presenti i numerosi esemplari di tavoli da gioco che si trovavano nelle residenze lucchesi di Elisa. Giochi di società e di abilità, dama, scacchi, carte e dadi rallegravano le serate. Ma il domino occupava un posto speciale: era infatti il preferito dalla figlia della Principessa, Napoleone-Elisa, per le partite con il padre, che trascorreva molte delle sue serate a casa con la figlia. Tutte le attività ricreative che in inverno si svolgevano a Lucca, nel Palazzo dei Principi, nei circoli o in residenze signorili, si trasferivano in estate al “Casinò dei Bagni”, a Bagni di Lucca, dove avevano molto successo anche giochi all’aperto come la corsa sui somari, una gara con le portantine e con le sedie dove bisognava percorrere un itinerario prefissato portando una persona, la corsa delle donne che dovevano procedere con un vaso di rame pieno d’acqua sulla testa e il gioco delle galline, una sorta di albero della cuccagna alla cui sommità stavano appunto alcune galline che costituivano anche il premio in palio. Al termine di tutti i giochi era prevista la distribuzione di premi (scarpe, cappelli, stoffe, fazzoletti, fibbie d’argento, orecchini) e come premio di consolazione polenta per tutti, all’interno della quale era state messe a sorpresa dodici monete, detti barboni. Ebbe una notevole diffusione anche il gioco a premi: nel gioco del “Lotto” si estraevano 90 numeri, corrispondenti ad altrettanti santi, tra cui spiccavano al numero 1 San Napoleone, al numero 45 Santa Elisa ed ultimo, al 90, San Felice.