Home » News » RESTAURATO LO STENDARDO DEL VOLTO SANTO

RESTAURATO LO STENDARDO DEL VOLTO SANTO

Mercoledì, 22 Agosto, 2012

Sarà uno stendardo “tirato a lucido” quello che guiderà, il 13 settembre prossimo, la Solenne Processione della Santa Croce. Su richiesta della Chiesa Cattedrale, infatti, la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ha finanziato il restauro del gigantesco vessillo raffigurante il Volto Santo (4 metri di altezza per 2 e 40 di larghezza), che, in questa sua ultima versione, del pittore lucchese Michele Marcucci, dal 1890 apre il corteo che va a rendere omaggio al Crocifisso ligneo custodito all’interno della Cappella realizzata in San Martino da Matteo Civitali. Proprio perché soggetto all’usura del tempo, lo stendardo del Volto Santo viene periodicamente, probabilmente già dal 1700, rinnovato. L’ultimo, appunto, è stato realizzato da Michele Marcucci (Pieve a Elici 1841 – Lucca 1926), docente presso l’Istituto d’Arte e pittore molto attivo presso le chiese della Città, della Piana e della Mediavalle.
Lo stendardo è formato da una parte centrale dipinta a olio, specularmente sia davanti che dietro, raffigurante il Volto Santo attorniato da angeli adoranti e cherubini e perimetralmente corredata di un’ampia cornice in taffetà di seta decorata in oro.
La delicata operazione è stata affidata al Laboratorio di Restauro Massimo Bonino che, con la collaborazione di Elena Salotti (per il dipinto) ed Elisa Zonta (per la parte serica) e sotto la supervisione di Antonia D’Aniello, direttrice del Musei Nazionali di Lucca, ha provveduto alla pulitura della superficie cromatica, al consolidamento dello strato preparatorio, all’impegnativo ritocco pittorico ed alla ricomposizione del dipinto con la cornice in seta. È stato anche realizzato, per evitare inadeguati movimenti dell’opera al momento della processione, un nuovo impianto in tubolari in fibra di carbonio che consentirà il trasporto dello stendardo non più da uno ma da due portantini.
Ma l’operazione forse più difficile è stata la “distensione” del vessillo che, ogni anno, da oltre un secolo, al termine della Processione, viene regolarmente riposto e arrotolato su un piccolo cilindro ligneo. Un supporto di diametro assolutamente inadatto, che, in oltre cento anni di esposizioni e successivi arrotolamenti, aveva provocato un “accartocciamento” della tela con gravissimi danni soprattutto per la parte dipinta a olio.