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PROROGATA LA MOSTRA "GIOTTO IN SAN FRANCESCO" FINO AL 6 GENNAIO

Martedì, 2 Dicembre, 2014
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Sarà prorogata fino al 6 gennaio 2015 la mostra Giotto in San Francesco, in corso nella chiesa di San Franceschetto a Lucca, dove sta registrando un notevole successo di pubblico. In meno di due mesi di esposizione, infatti, la splendida Madonna di San Giorgio alla Costa ha superato i 4000 visitatori e potrà dunque essere ammirata per tutto il periodo delle feste, sempre dal martedì alla domenica, dalle 11 alle 20, con ingressi ogni 30 minuti. La mattina dalle 9 alle 11, previa prenotazione, continueranno sino alle vacanze di Natale anche le visite per le scuole.

Promossa dal Comitato Nuovi Eventi per Lucca, organismo creato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e dalla Fondazione Ragghianti, la mostra è il primo evento espositivo organizzato per celebrare la riapertura del complesso conventuale di San Francesco.

Anche l’offerta didattica di “Giotto in San Francesco” ha riscosso un grande successo di adesioni da parte delle scuole. L’utenza prevalente è quella della scuola elementare. Seguono medie e superiori. A conclusione della visita gli studenti, soprattutto i più piccoli, sono invitati a tornare (con un cartoncino di ringraziamento) con la propria famiglia per essere loro la guida all’opera di Giotto.

Unanimemente riconosciuto come il primo grande iconografo di San Francesco e come il più diretto interprete artistico della poetica di fede, vita e sensibilità del santo, Giotto realizzò quest’opera, databile intorno al 1295, negli anni della sua giovinezza. L’esposizione di San Franceschetto vuole essere il coronamento di un percorso artistico forte e radicato nell'area lucchese, dove esistono già significative testimonianze della pittura antecedente alla rivoluzione operata da Giotto. La Madonna di San Giorgio alla Costa, prima opera di Giotto ad essere esposta a Lucca, costituisce dunque una sorta di tassello mancante per la ricostruzione di un periodo, quello medievale, che anche a Lucca conobbe episodi di grande vivacità, come bene testimoniano le evidenze artistiche riferibili ai secoli XIII e XIV presenti sul territorio.

L’opera, proveniente dal Museo Diocesano di Santo Stefano al Ponte a Firenze, fu danneggiata gravemente nell’attentato dei Georgofili, nella notte tra il 26 e il 27 maggio del 1993. Trafitta da una miriade di schegge di vetro, ha iniziato in quel momento un lunghissimo percorso di restauro, affidato alle abili mani di Paola Bracco dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che oltre a neutralizzare buona parte dei danni provocati dall’esplosione, è riuscita, con sapiente professionalità, a eliminare completamente tutti i deleteri interventi con cui lo strato pittorico originale era stato coperto nei secoli. L’urgenza del restauro è diventata, in corso d’opera, anche l’occasione per una riscoperta e un approfondimento degli studi intorno ad uno dei capisaldi della pittura giottesca: uno dei recuperi più affascinanti e insperati, quasi un restauro di rivelazione alla “vecchia maniera”, comunque suffragato dal dispiego eccezionale di metodi di indagine modernissimi.

La mostra è accompagnata da una pubblicazione, edita da PubliEd, Lucca, con un racconto inedito scritto per l’occasione da Marco Vichi. Testi di Paola Bracco e Licia Bertani.