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FONDAZIONE TOBINO, UN CROCEVIA DI STORIA E CULTURA

Domenica, 9 Dicembre, 2012
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Ex Manicomio di Maggiano: da tutto il mondo sui luoghi di Tobino. Studiosi, esperti, ma anche scolaresche e gruppi di appassionati: sono centinaia e centinaia, soprattutto nelle ultime settimane, le persone che si recano in visita all’ex manicomio di Maggiano, luogo di storia e di memoria che dal 1773 accoglie i “pazzi” e con loro la profonda verità che è insita nella follia.

Un luogo della memoria, prima di tutto. Quella della comunità di Maggiano, ma anche delle vicende legate al disagio mentale quale elemento di dolore, di studio e di cura. Il tutto filtrato attraverso la grande eredità culturale di Mario Tobino, che proprio di questa comunità e di questo disagio è stato a lungo testimone e protagonista ad un tempo, traendone l’ispirazione per pagine importanti che hanno lasciato un’impronta indelebile nella Storia della Letteratura italiana e mondiale.

E sono questi elementi che, organizzati all’interno di uno spazio quotidianamente aperto al pubblico e dotato di personale qualificato, strumenti multimediali, percorsi reali e virtuali, biblioteche e sale di studio, costituiscono oggi una delle nuove, grandi eccellenze scientifiche e culturali lucchesi ed un unicum a livello nazionale: la Fondazione Mario Tobino, che proprio nel riportare alla luce le vicende dell’ospedale di Fregionaia, ha avviato - e in parte già realizzato - una progettualità di ampio respiro, dalla quale scaturisce un complesso e variegato bouquet di emozioni. I medesimi elementi e le stesse emozioni che stanno rendendo questo luogo mèta privilegiata di un turismo sempre più in crescita. Infatti da dicembre, quando una parte dell’ex ospedale psichiatrico è stata aperta alle visite, si sono registrate diverse centinaia di presenze da tutta Italia ed anche dall’estero. Visitatori richiamati qui per un qualche legame di vita passata, o per aver letto l’opera di Tobino, o venuti per  vedere con i propri occhi e toccare le proprie mani i muri, le porte, le grate del manicomio. E immaginare la vita come doveva essere qui.

Sono stati il direttore della Fondazione Mario Tobino Marco Natalizi e lo storico Renzo Sabbatini, membro del comitato scientifico della Fondazione, a spiegare stamani (giovedì 8 giugno) in conferenza stampa i motivi per cui la Fondazione Mario Tobino è un unicum in Italia.

“La Fondazione Mario Tobino rappresenta un unicum in Italia – ha dichiarato Natalizi – perché riunisce caratteristiche altrove disperse, perché apre alle visite un ex ospedale psichiatrico tutto l’anno, mettendo a disposizione personale scientificamente preparato per spiegare la realtà del manicomio, ai tempi di Tobino e prima di lui, cosa che non accade in tutti gli altri ex ospedali psichiatrici italiani. È questo inoltre un luogo che unisce letteratura, psichiatria, storia della psichiatria, storia locale e nazionale. Un luogo di dibattito su tutti questi temi, aperto a contributi, e capace di dialogo ad ampio livello anche su questioni inerenti il disagio sociale, che nel nostro Paese si sta manifestando sempre più”.

“La Fondazione in questi anni ha dimostrato di essere motore sociale e culturale del territorio – ha detto Sabbatini -. Questo libro offre un contributo non solo alla storia del manicomio a partire da due secoli prima dell’arrivo di Tobino ma anche a ricostruire con informazioni di prima mano le vicende storiche della città nel Settecento, che ad oggi mancano”.

Adesso, nell’ambito del progetto di ricerca “Il manicomio di Fregionaia, il disagio mentale e i problemi dell’assistenza sociale e sanitaria nel territorio lucchese tra Settecento e Novecento” promosso dalla Fondazione Mario Tobino con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, esce per Donzelli il volume “Dal monastero allo Spedale de’ Pazzi. Fregionaia da metà Settecento al 1808”, a cura di Renzo Sabbatini, storico e membro del Comitato scientifico della Fondazione Tobino, che ricostruisce la vicenda storica e sociale dell’ex complesso psichiatrico di Maggiano, dalle origini ai giorni nostri. Il volume contiene studi di Sabbatini, storico e membro del comitato scientifico della Fondazione Tobino, di Valeria P. Babini professoressa presso l’Università di Bologna ed esperta della storia della psichiatria dell’800 e ‘900, e delle ricercatrici Elisa Montanari, Gaia Petroni e Valentina Giuffra, che hanno avuto incarico di analizzare il quotidiano del manicomio attraverso i documenti d’archivio.

“Il giorno 20 d’aprile del corrente anno 1773 fu aperto lo spedale di Fregionaia. […] Nel giorno 21 del corrente feci dagl’esecutori di città trasportare i pazzi che in numero di 11 si trovavano nelle carceri di Torre […]”, che consegnati ai serventi, “da questi furono condotti nelle loro stanze avendo dovuto lo spedale supplire alla spesa dell’accompagnatura per essere tutti miserabilissimi, ed in seguito nel corso della giornata suddetta ve ne furono condotti altri otto da diversi luoghi dello Stato, che formarono il numero di 19 tra uomini e donne”.

Inizia così la storia del manicomio di Maggiano, come racconta nel suo “Libro dei ricordi” Lorenzo Bartolini, rettore dell’ospedale di San Luca, sotto la cui giurisdizione rientrava lo “Spedale de’ pazzi”. Furono questi 19 malati che, per volontà della Repubblica di Lucca, poterono lasciare le celle carcerarie condivise sino ad allora con delinquenti ed assassini, per essere ricoverati nella struttura che in futuro sarà l’ospedale psichiatrico dove Mario Tobino scriverà le più importanti fra le sue opere. E che nel 1999 chiuderà per sempre le sue porte per lasciare alla storia, ed alla memoria, il suo immenso bagaglio di dolore e verità.