Lo strumento in questione reca sulla tavola lignea di fondo delle secreta l'iscrizione autografa ad inchiostro "Bartolomeo Rauani in Fiorenza l'anno 1660".
Fin dal Quattrocento la città di Lucca ha legato il suo nome ad alcuni tra i più importanti capitoli della storia dell'organo italiano. Agli inizi del Seicento i fratelli Andrea e Cosimo Ravani - dopo un periodo di stasi seguito alla morte di Domenico di Lorenzo, cui si deve fra l'altro la realizzazione del monumentale organo della Cattedrale di S.Martino (1481) - riuscirono a riportare a Lucca il centro dell'attività organaria toscana guadagnandosi una fama che li portò a lavorare per tutte le maggiori basiliche della Toscana, in Emilia, a Roma e alla Cattedrale di Catania. Alla morte di Cosimo, l'attività fu continuata dai figli Bartolomeo e Andrea; le fonti documentarie attestano la presenza a Lucca dei membri della famiglia Ravani fino al 1650, data a partire dalla quale si trasferirono probabilmente a Firenze.
Lo strumento in questione reca sulla tavola lignea di fondo delle secreta l'iscrizione autografa ad inchiostro "Bartolomeo Rauani in Fiorenza l'anno 1660"; all'interno della canna maggiore di facciata vi è inoltre l'iscrizione "Bartol Rauani in Fiorenza 1660". Della struttura originale si conservano la parte superiore della cassa, il somiere e la totalità delle canne, oltre ai due mantici a cuneo con pesi originali in pietra. Il crivello in legno risale con ogni probabilità ad un intervento settecentesco ad opera di Michelangelo Crudeli. Il registro di Voce Umana fu aggiunto nel XIX secolo, probabilmente ad opera dell'organaro lucchese Domenico Pucci. Lo strumento subì poi un ulteriore intervento ad opera degli organari pistoiesi Agati-Tronci (fine XIX - inizi XX secolo), fino poi al restauro eseguito nel 1999.